Alla fine del XI secolo molte città italiane formarono una
nuova forma di autogoverno: il Comune.
Le città italiane, visto che l’imperatore era lontano,
decisero di non pagargli più le tasse; mettendo così i soldi in comune. Si dettero
anche leggi proprie, amministrarono la giustizia e batterono moneta.
A differenza delle città europee, i Comuni italiani estesero
i campi oltre la città, avevano una popolazione più varia, ma soprattutto non pagavano
le tasse all’imperatore.
I Comuni misero inizialmente a capo del governo due consoli, che si guardavano a vicenda, per non prendere troppo potere. Restavano in carica per poco tempo circa sei mesi o un anno, sempre per il solito motivo.
I Comuni misero inizialmente a capo del governo due consoli, che si guardavano a vicenda, per non prendere troppo potere. Restavano in carica per poco tempo circa sei mesi o un anno, sempre per il solito motivo.
Però, alla fine i due consoli presero potere, quindi a capo
del Comune misero un podestà, che doveva essere straniero, per non agevolare le
famiglie più importanti e ricche.
Nel corso del Duecento nei comuni si formarono gruppi politici, le fazioni, che si scontrarono in molte guerre urbane, per il controllo della città. Le fazioni lottavano per essere amesse alle più alte cariche di governo.
Nel corso del Duecento nei comuni si formarono gruppi politici, le fazioni, che si scontrarono in molte guerre urbane, per il controllo della città. Le fazioni lottavano per essere amesse alle più alte cariche di governo.
Elmir Coko, Alessio Lo Vetere, Joshua Guerrazzi, Cosimo Pittaro.
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